Igino Valdemarin nacque a Romans (Go) il 9 luglio 1886, primo dei 12 figli di Caterina Romanut e di Pietro Antonio Valdemarin (Toni Scrizon), in un momento in cui parecchi romanesi emigravano oltre oceano. Frequentata la scuola popolare di Romans, passò alle medie a Gorizia presso i Salesiani, poi allo Staatsgymnasium goriziano; furono questi gli anni della scoperta della vocazione sacerdotale.
Nel 1900 entrò nel seminario Andreana fino a conseguire la maturità "con distinzione"; venne poi accolto nel seminario centrale a Gorizia dove svolse gli studi teologici. In questi anni fu animatore della ricostituita Accademia di S. Luigi (di cui venne eletto presidente nel 1906) e dove espresse l'arte dello scrivere collaborando alla vita della Chiesa diocesana con numerosi articoli sulla stampa cattolica del tempo, cioè "L'Eco del Litorale", "Il Popolo" e "L'Almanacco del Popolo" ed istituendo la Società S. Paolino per la diffusione dei libri italiani fra il popolo.
Fu ordinato nella chiesa metropolitana di Gorizia il 19 luglio 1909 dalle mani dell'Arcivescovo mons. Francesco Borgia Sedej.
Subito il 1° settembre fu inviato come cappellano a Cormons, poi nel 1911 a Gradisca dove ricoprì anche l'incarico di catechista all'Istituto Magistrale, associando un severo impegno di educatore alla fede con la responsabilità di una presenza pubblica nella vita cittadina. A Gradisca fu membro della Società San Raffaele per l'emigrazione dei friulani.
Durante il Primo conflitto mondiale fu cappellano militare nell'esercito austro-ungarico e prestò anche assistenza spirituale nel campo dei prigionieri italiani in Austria.
Al ritorno dalla guerra, nel 1919, ricoprì il posto di amministratore parrocchiale a Medea e riprese il suo posto di catechista all'Istituto Magistrale (fino alla sua chiusura nel 1924). Nel 1920 fondò la sezione friulana dell'Associazione Magistrale Italiana "Nicolò Tommaseo" e ne fu la guida per un quadriennio. Passò quindi nel 1924 a Borgnano come vicario, ma subito in quell'anno venne nominato vicario corale al Duomo di Gorizia.
Nel 1925, grazie all'esperienza nel campo educativo, organizzativo ed alla conoscenza della lingua slovena, venne nominato Rettore del seminario minore di Gorizia, appena ricostruito.
Egli promosse (nei limiti del possibile) la secolare convivenza di tradizioni culturali e linguistiche (tedesca, italiana e slovena).
Fu promotore ed assistente ecclesiastico dell'Associazione degli Uomini Cattolici (marzo 1925) e si fece animatore di un tentativo di coordinamento delle varie società cattoliche.
In Azione Cattolica fu poi assistente diocesano della Gioventù Femminile dal 1941 al 1945.
Nel 1936 fu nominato prelato domestico di Sua Santità e nel 1943 Canonico effettivo del Capitolo Metropolitano, mentre nel 1944 Deputato arcivescovile per le religiose della diocesi.
Durante la guerra, risiedendo nella Villa S. Vincenzo ne divenne il cappellano.
Negli anni del secondo dopoguerra fu protagonista dell'aggregarsi politico dei cattolici e ricoprì numerosi incarichi quali quello di Delegato arcivescovile dell'Azione Cattolica (1946-47), presidente della Pontificia Commissione di Assistenza, consulente del Centro Femminile Italiano. Promosse in diocesi la Peregrinatio Mariae (1947-48).
Nel 1945 riassunse la direzione del seminario (che era stato trasferito nel 1940 ad Udine) e si ritrovò a gestire una drastica riduzione del numero dei seminaristi, dovuto al ridimensionamento della diocesi. Rinunciò all'incarico nel 1950.
Negli oltre vent'anni in cui fu rettore il seminario diede alla Chiesa goriziana oltre 200 sacerdoti.
Negli ultimi anni si ritirò a causa della salute cagionevole, presso la casa di riposo Villa S. Vincenzo, lasciando ogni attività esterna pur mantenendo rapporti di grande cordialità con tanti confratelli che egli aveva avviato al sacerdozio.
Il suo "tramonto" lo vide protagonista della sua passione culturale nella ricerca storica che lo impegnò per un decennio.
Eminente studioso di storia ecclesiastica e patria, collaborò a numerose ed importanti pubblicazioni.
Curò in modo attento e responsabile numerosi studi storici ed anche la raccolta della sua produzione poetica.
Morì a Gorizia, all'ospedale dei Fatebenefratelli a Villa S. Giusto il 14 aprile 1965 e per sua volontà riposa nella tomba di famiglia nel cimitero di Romans.