Silvano Colugnati è nato a Romans d'Isonzo (GO) il 29 aprile 1952, primogenito di Noemi Bressan e di Guido Colugnati.
Negli anni delle elementari e delle medie frequenta la parrocchia e il gruppo della GIAC, partecipando alle attività dell'Azione Cattolica e risultando anche un anno vincitore del Concorso di cultura religiosa «Veritas», promosso dal Centro nazionale di attività catechistiche dell'Azione Cattolica Italiana fra gli studenti delle scuole secondarie italiane.
Poi arriva un lungo periodo di interruzione negli anni del liceo classico (che frequenta a Gorizia): sono gli anni Sessanta, gli anni della contestazione giovanile. Ma alla fine del percorso liceale c'è nuovamente l'incontro con l'Azione Cattolica, in particolare quella della parrocchia di San Lorenzo a Ronchi dei Legionari che porta Silvano a partecipare ai campi estivi e alle attività del gruppo, con l'assistenza del ronchese don Renzo Boscarol.
Inizi a così un intensa attività che dura molti anni e che porta Silvano ad avere inizialmente incarichi diocesani con i giovani di A.C., poi ad entrare nel Consiglio diocesano. Assieme a Pietro Biasiol (che era diventato vicepresidente nazionale dei giovani) e a Rosy Bindi, Silvano lavora per la formazione della realtà dei "giovanissimi" (ragazzi tra i 14 e i 19 anni) ed inoltre partecipa a diversi convegni nazionali a Roma.
Questi lavori a livello nazionale avevano poi la ricaduta nelle attività diocesane, in particolar modo con i campi estivi che si svolgevano in montagna, a Bagni di Lusnizza (UD).
L'esperienza dei campi diocesani permetteva di dare uno sguardo oltre alla parrocchia, dava slancio alle attività e creava relazioni che continuano ancora a distanza di tanti anni, ma soprattutto aveva un grande valore formativo.
Dal punto di vista lavorativo Silvano, laureato in lettere e filosofia all'università di Trieste, entra nel mondo della scuola, insegnando religione cattolica per dieci anni e poi filosofia e pedagogia al Liceo delle scienze umane di Gorizia fino al pensionamento.
È da poco sposato con Manuela Marussi con cui condivide gli ideali dell'A.C., quando (secondo una scelta voluta dall'Assemblea diocesana di puntare su una figura giovanile) viene eletto presidente diocesano, incarico che porterà avanti per due mandati (dal 1983 al 1989). Pur non sentendosi all'altezza del compito, accetta perché attorno a sé ha persone che lo sostengono tra cui don Renzo Boscarol e l'assistente generale, mons. Ennio Tuni, con cui condivide tutto il percorso. Molto importante è anche la figura di padre Mario Vit (assistente diocesano dei giovani) che lo aiuta a porre le basi nella formazione giovanile.
Silvano vive in prima persona gli anni del profondo rinnovamento dell'Azione Cattolica, gli anni del post Concilio, nei quali l'Associazione privilegia la "scelta religiosa". Sono anni importanti, nei quali è in gioco il senso ed il significato di essere laici nella Chiesa alla luce del Concilio. Modelli di confronto in tali anni sono figure di grande spicco e valore come Giuseppe Lazzati, Vittorio Bachelet e Alberto Monticone.
Per Silvano l'Azione Cattolica è stata e continua ad essere qual cosa di importante che ha lasciato un segno nella sua esistenza. L'A.C. è stata una palestra di vita che ha dato concretezza e sostanza alle scelte di tutta la sua esistenza non ultima quella di dedicarsi alla formazione dei giovani attraverso l'impegno nella scuola.
Esser di Azione Cattolica, per Silvano, vuol dire essere non solo laici cristiani, ma cristiani profondamente inseriti nella dimensione della cattolicità, un abito questo che nessuno può toglierti. Quello che l 'A.C. ha costruito nel passato rappresenta una risorsa anche per l'oggi: è un momento di incontro e di crescita delle persone e soprattutto delle giovani generazioni.
Il 2 giugno 2017, Silvano ha ricevuto il Cavalierato dell'ordine al merito della Repubblica Italiana.