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HOME > Articoli di approfondimento:Armando Marizza

Armando Marizza

PANNELLO Biografie resistenti | PERIODO STORICO PERIODO 1922-1969 | AUTORE: Maria Serena Novelli
data di pubblicazione: 19-05-1921
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Scheda biografica a cura di Maria Serena Novelli

Armando Marizza, autoritratto
Armando Marizza, autoritratto
Nome: ARMANDO
cognome: MARIZZA
Nome di battaglia: “CENSOR”
Luogo di nascita: GRADISCA D’ISONZO
provincia: GORIZIA
Data di nascita: 19.5.1921
Professione: STUDENTE
Diocesi: Arcidiocesi di GORIZIA
Luogo di morte: GORIZIA
Provincia: GORIZIA
Data di morte: 14.11.1986
 
Ramo di Azione Cattolica: Gioventù Italiana di Azione Cattolica
 
Partito Politico: Democrazia Cristiana
 

Note biografiche:

Armando Marizza nacque a Gradisca d’Isonzo (Go) il 19 maggio 1921 da Guido Marizza e Antonia Ritossa, custodi della locale casa di riposo. La madre voleva che il figlio divenisse sacerdote e lo mandò a studiare nel seminario di Gorizia. Tuttavia la sua strada non era quella ecclesiastica e perciò, dopo la maturità classica a Gorizia, si diplomò all’Accademia di Belle Arti a Venezia.
 
In parrocchia frequentava il circolo GIAC “San Marco”.
 
Fu chiamato alle armi il 21 gennaio 1942, arruolato nel 23° reggimento di fanteria “Como” e collocato nella caserma a Gradisca. Il 15.2.1943 fu trasferito all’XI Battaglione di istruzione e il 30 aprile di quell’anno ottenne il grado di caporale. L’armistizio dell’8 settembre 1943 lo trovò con il suo reparto a Porcari in Toscana e con mille peripezie fece ritorno a Gradisca.
 
L’anno seguente entrò nella resistenza, con il nome di battaglia di “Censor”.
 
Il 15.2.1945, dopo la messa domenicale, assieme all’amico Antonio (Toni) Carletto (anche lui della GIAC e partigiano), si recò nella cappella del cimitero di Via degli Eroi dove funzionava un ciclostile clandestino. Stampato un pacco di volantini da spargere presso le caserme tedesche, i due portarono il materiale a casa del Marizza, dove trovarono la madre in lacrime perché i repubblichini che lo volevano arrestare, non avendolo trovato avevano portato via il padre Guido. Armando andò a costituirsi ed il padre venne rilasciato. Iniziò così la sua prigionia (assieme ad altri sette partigiani): vennero prima rinchiusi a Gorizia, poi nella fortezza di Palmanova, infine nel castello di Gradisca e verranno liberati a guerra finita il 28.4.1945. Armando Marizza salì sulla sommità del castello per sostituire la bandiera tedesca del III Reich con quella italiana e lo fece dopo aver disinnescato un potente ordigno che i tedeschi avevano lasciato collegato con un filo al pennone, pronto per esplodere.
 
Di lui l’amico Toni Carletto disse: «Fu sempre fedele ai suoi ideali: la parrocchia, il paese, la friulanità, l’amore per sua madre (che veniva dall’Istria). Ciò che spiccava in lui era la cordialità, l’apertura immediata con tutti. Godette la stima di ognuno che lo incontrava, e non dovette mai ripagare amicizie e simpatie con cedimenti del suo stile fatto di pulizia interiore. Non ci teneva alle tessere, aveva bisogno di uno spazio tutto suo, non per atteggiamento di fronda ma per ricchezza interiore. In ogni ambiente in cui entrava, lo riempiva di sé».
 
Nella prima consiliatura dopo la fine della seconda guerra mondiale (1948-52) fu nelle liste della Democrazia Cristiana a Gradisca d’Isonzo.
 
Il 14 giugno 1947 sposò Silvana Alborghetti e dal matrimonio nacquero i figli Gianni e Rita.
 
Fu insegnante di disegno nelle scuole medie di Gradisca e Fogliano e nel liceo scientifico di Monfalcone. Oltre che insegnante fu un apprezzato artista e le sue opera si trovano un po’ ovunque in Friuli, alcune anche all’estero. La sua opera più importante è il monumento ai caduti partigiani che si trova nel cimitero di Gradisca.
 
Lasciato l’insegnamento, Armando Marizza non smise mai di dipingere. Quando gli commissionavano un’opera d’arte, preferiva regalarla o chiedere un compenso simbolico. Questo suo atteggiamento era talmente risaputo che alle sue esequie l’officiante disse: “Non fece mai mercato della sua arte”.
Solo per fare un esempio: quando nel 1976 realizzò il restauro alla pala della Madonna della Porta a Gradisca, devolse il compenso al missionario gradiscano Padre Luigi Gorian che operava in Cile.
 
Morì a Gorizia il 14 novembre 1986.
 

ANTONIO CARLETTO, Testimonianza, in “I cattolici isontini del XX se­colo. III. Il Goriziano fra guerra, resistenza e ripresa demo­cratica (1940-1947)”, Istituto di Storia Sociale e Re­ligiosa, Gorizia 1987
 
GIANNI MARIZZA, I nostri insegnanti, pp.219-228, Cartostampa Chiandetti, Reana del Rojale 2015
 
GIANNI e RITA MARIZZA, Armando Marizza, una vita per la scuola e per l’arte, ed. Chiandetti, Reana del Rojale 2021
 
MARIA SERENA NOVELLI, L’Azione Cattolica a Gradisca. 75 anni di vita ed attività, Cormons, Poligrafiche San Marco, 1995
 

Compilatrice scheda: Maria Serena Novelli
PANNELLO Biografie resistenti
PERIODO STORICO PERIODO 1922-1969
AUTORE: Maria Serena Novelli
tag redazionali
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